Ogni anno in tutto il mondo si consumano dai 500 ai 1000 miliardi di sacchetti di plastica, se ci vogliamo fidare dei dati dell'Agenzia di Protezione Ambientale degli Stati Uniti. In Europa, secondo Coldiretti, si producono ogni anno circa 100 miliardi di sacchetti di plastica (contando solo i contenitori da asporto, negozio-casa, senza considerare gli imballaggi di plastica in cui sono avvolti tantissimi prodotti alimentari e non).  Benedetto (Elio) Letizia, testimonial involontario del pericoloso e antiestetico abuso di sacchetti di plastica in Italia
In Italia si producono circa 15 miliardi (la media europea è di 13 miliardi) di sacchetti l’anno all'anno, che corrispondono a circa 200 mila tonnellate di shoppers di plastica, impiegando circa 430 mila tonnellate di petrolio, pari grosso modo al consumo di 160 mila automobili che percorrono 30 mila km all'anno. Secondo l’indicazione europea (normativa comunitaria EN 13432) le buste di plastica per la spesa in polietilene dovranno essere sostituite da più ecologici sacchetti biodegradabili entro il 31 dicembre 2009. In Italia però mentre si sta facendo qualcosa a livello comunale per iniziativa dei sindaci più illuminati, poco o nulla si muove a livello nazionale, e quel poco va in senso contrario. Sembrava tutto già deciso con un comma (il numero 1130) della Finanziaria 2007, la prima dell’ultimo governo Prodi, che prevedeva di “giungere dal definitivo divieto, a decorrere dal 1° gennaio 2010, della commercializzazione di sacchi non biodegradabili per l’asporto di merci”, rispettando la scadenza suggerita dalla direttiva comunitaria EN 13432. Brindisi tra gli ambientalisti, cruccio dei produttori, tutto inutile: la norma c’è ma non c’è, visto che i decreti attuativi per definirne i modi (e soprattutto per sanzionare chi non rispetterà il “definitivo divieto”) non sono mai stati emanati.  Sacchetti di tela, canapa, cotone e juta In attesa che cambi la legge è possibile cambiare abitudini e orientarsi sulla moltitudine di buste e sacchetti di tela, canapa, cotone, juta e altre fibre naturali che spopolano tanto sul web quanto nei negozi reali. La disponibilità di taglie, colori e modelli è veramente vastissima, alcuni shopper sono dei veri e propri oggetti di design, in ogni caso anche il più semplice non potrà che migliorare l'estetica delle nostre città, e restituire al cittadino-consumatore tanto un senso di individualità nella scelta, quanto la bellezza del tema collettivo della salvaguardia ambientale. Questo articolo e le foto in esse contenute possono essere riprodotte per scopi non commerciali su altri siti web a patto di citare la fonte (www.arte-web.it) con un link cliccabile. |